7 7A Carpaccio, Due dame veneziane, 1490-95, olio su tavola, 94x64 cm, Venezia Museo Correr
Carpaccio, Caccia
in Laguna, 1490-95, olio su tavola, 76x64 cm, Los Angeles
Getty Museum
Da sessant'anni questo
dipinto è stato oggetto di studi e ricerche da parte della critica
ma il suo significato sebbene sia stato spiegato non è del tutto
chiarito. Negli anni '40 il dipinto con le due dame del Museo Correr
è stato riconosciuto come la parte inferiore della tavola La Caccia
in laguna, infatti, il fiore nel vaso sul parapetto, mutilo nella
tavola delle due dame, si presentava con incongruità nella scena
della caccia in laguna. L'opera, che fino a quel momento era letta
come la raffigurazione di due cortigiane, si rivela come una
brano di vita quotidiana: due nobildonne aspettano sedute, mentre i
mariti sono a caccia in laguna.
Le due donne stanno in un
sospeso ozio sulla terrazza che è caratterizzata da una ricca e
raffinata decorazione: la pavimentazione con intarsi marmorei a
motivi geometrici, la recinzione caratterizzata da tre diversi marmi
colorati per le esili colonne, i capitelli e la balaustra.
Intorno a loro una
moltitudine di oggetti e animali documentano, più che il loro svago,
una simbologia raffinata che tenta di evidenziare le caratteristiche
delle due dame: cani, uccelli, quali una pavoncella, due tortore e un
pappagallino; i sandali, detti calcagnini, un vaso di maiolica con
stemma araldico della famiglia veneziana Torella e uno di terracotta
con un alberello di mirto.
Il matrimonio è
richiamato dal mirto nel vaso a destra, pianta legata a Venere, e
dalle due tortore, che indicano un solido legame sponsale; anche
l'arancia rientra nella simbolica matrimoniale, in quanto dono delle
spose. La pavoncella è legata al concetto di fecondità della coppia
sposata, mentre il pappagallo, solitamente associato a Maria per il
suo verso "ave", riferito all'Annunciazione, qui
simboleggia il divenire madre della sposa. I due cani, con il loro
significato di lealtà e attenzione, tenuti dalla donna più anziana,
sottintendono che a questa spetta il compito di custodire la giovane
sposa e garantirne la rispettabilità. Il giglio, che si trova nella
tavola del Getty, indica la verginità e richiama il dono
dell'Arcangelo Gabriele a Maria nell'Annunciazione.
Il paggetto che si
affaccia dal traforo della balaustra contribuisce, assieme alla
ricchezza decorativa e all'abbigliamento, a rendere più nobile la
raffigurazione.
Le due dame, ritratte di
profilo, sono di età diversa, una più giovane e una più matura, e
sono riccamente abbigliate. e hanno intorno a loro
tutta la simbologia che ne fa delle donne virtuose, come era
richiesto alla donna veneziana: la continenza e la modestia, la
collocavano in una società che aveva le sue radici nella famiglia e
nella maternità.
La
moda veneziana della seconda metà del Quattrocento.
Le
due dame sono vestite con abiti proprio dell'aristocrazia veneziana.
La donna in primo piano, più anziana, veste la camora di velluto,
con un busto corto segnato sotto il seno; la scollatura è ampia e le
maniche, in tessuto prezioso, sono attillate, staccabili e
intercambiabili nate per dare maggiore agilità ai movimenti del
braccio, le maniche erano unite all'abito da lacci e impreziositi
chiamati agugelli o aghetti ; i tagli mostrano la preziosa camiciola
sottostante.
La
donna in secondo piano, più giovane, ha un abito diverso, il
rocchetto, che è un soprabito leggero e più corto della veste; è
aperto ai lati ed ha quindi la funzione di essere di contrasto con la
veste che rimane in vista nel bordo in fondo e ai lati. La donna
indossa delle calzature davvero curiose che furono molto in voga
soprattutto in Germania ma, evidentemente, fecero capolino anche a
Venezia: le calzature a zampa d'orso. Queste non erano usate per
camminare, ma solo per sostare, a causa della pianta eccessivamente
larga ma anche per il materiale ricco e delicato con cui erano fatte.
Infatti, per spostarsi si usavano i calcagnini la cui zeppa era tanto
alta quanto erano nobili le donne. Anche in questo caso, una legge
suntuaria ne limitava l'uso e l'altezza.
Gli
abiti sono sobriamente decorati da perle, portate dalle novelle spose
in segno di castità e rispetto verso il marito; le collane, a un
solo filo, in rispetto delle leggi suntuarie, decorano i décolleté.
La
pettinatura delle due dame è chiamata “a fungo”, i capelli sono
raccolti sulla sommità del capo e fermati come fossero una ciambella
vera e propria. Tutt'intorno corti riccioli scendono sul viso. Fu
proprio a causa di queste pettinature che i critici (prima della
scoperta della tavola del museo Getty) insinuarono che le due donne
fossero cortigiane. Infatti le leggi suntuarie veneziane vietavano la
pettinatura ”a fungo” -indicata come l'acconciatura delle
cortigiane- in quanto giudicata indecente.
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