giovedì 4 luglio 2019

intorno alle macerie

Si dice che non si cambia mai, è vero, ...ma "mai" è la parola da usare così... per le frasi fatte e quindi si cambia qualche volta.
Una delle cose che mi abbiano cambiato drammaticamente, come sono drammatici e laceranti i cambiamenti dell'età adulta, è l'accettare l'incertezza.
L'abitare l'incertezza con destrezza, l'indossare l'incertezza come un abito comodo, da casa.
 Starci insieme quindi, come un'amica, non cacciarla con terrore o viverla come la causa dell'ansia. L'incertezza è l'amica della possibilità.
Tutto questo ha richiesto un cammino duro, feroce e traumatico perché io sono nata e cresciuta tra le incrollabili certezze, che solo i cattolici convinti riescono ad avere: la certezza di conoscere, possedere e di essere dalla parte della Verità.
Oggi, mentre ancora scavo tra le macerie , che il crollo del muro della Verità ha prodotto, scalzo pietre e trovo scomode incertezze e spesso le pietre me le prendo addosso perché ancora quelli delle certezze sono lì, intolleranti che qualcuno osi mettere in discussione, possa fratturare  o aprire pertugi.
In realtà le persone non stanno spesso una sola parte: spesso hanno una facciata di certezze e certi fardelli di fragili discussioni irrisolte.
Le persone, dico, quelle che amano uscire dai ruoli che accettano, che si accettano, senza dover chiedere il permesso a qualche Entità superiore.