venerdì 7 febbraio 2014

Al limitare dell'eternità (Duomo di Modena)

 La felicità non è fare tutto ciò che si vuole. E' volere tutto ciò che si fa (Nietzsche)

Sempre uguale eppure invisibile: il tempo scivola su paesaggi, città e persone, lascia i suoi segni e procede implacabile.
Mistero e condanna inflitto al vivere umano, il fluire del tempo scandisce l'altra condanna divina, quella del lavoro.
Così, proprio sul limitare tra lo spazio umano della città e quello divino della cattedrale, è rappresentato il tempo: l'incontro tra la limitata dimensione umana della vita  e la scansione dell'eternità, caratteristica divina, che si manifesta attraverso la ciclicità.
Nel duomo di Modena, questo dualismo complesso tra spazio e tempo è rappresentato, oltre che dal ciclo dei mesi nella porta della Pescheria, dalla figura bicefala in chiave di volta della porta maggiore in facciata

Questa figura è stata letta in due modi: dalla critica più recente (Frugoni) come la rappresentazione del segno zodiacale dei Gemelli, poi come Giano bifronte riprendendo una tradizione pagana, ma consolidata nelle cattedrali romaniche (Giano nel ciclo dei mesi di Arezzo: vedi qui, Giano del Maestro dei mesi di Ferrara: vedi qui-).
Bisogna subito riconoscere che una serie di anomalie (l'originalità della collocazione, lontano dal ciclo dei mesi; la posa particolare, con il fallo ostentato; l'iconografia dei volti, entrambi imberbi; l'inserimento tra il tralcio abitato)  ci fanno rimanere in quel noto limbo che gli storici dell'arte spesso abitano: quello del dubbio interpretativo.
Wiligelmo non ci dà le coordinate per capire, manca un documento miniato, una conferma coeva, un indizio schiacciante, che faccia pendere la bilancia per la lezione Gemelli o la lezione Giano.
 Ma forse in questa ambiguità sta gran parte del fascino dell'iconografia medievale, che non è decorazione o creazione del bello, men che meno celebrazione della tecnè degli scultori: le figure che escono dai marmi medievali sono oggetto di sapere di pochi e strumento di meditazione per tutti: parole di pietra che esprimono un sapere non solo religioso, ma universale (nel medioevo la divisione dei saperi non si poneva)

Proviamo  a pensare che l'ambiguità interpretativa non sia dovuta all'attuale perdita di documenti, ma che sia legata alla prassi antica della lettura a più livelli, alla meditazione, ad un  modo di usare le immagini che suscitino più significati. Questa pregnanza di significati diversi nella stessa rappresentazione è presente in molta parte dell'arte medievale e, nello specifico, nelle sculture di Wiligelmo del duomo di Modena.

La interpretazione della  figura a due teste come rappresentazione del segno zodiacale dei Gemelli è supportata dalla presenza dell'iscrizione dedicatoria situata da sinistra del protiro.
Du(m) Gemini Cancer/
corsu(m) consendit/
ovantes. Idibus/
in quintis Iunii sup t(em)p(o)r(e)/
mensis. Mille Dei/
carnis monos cen/
tu(m) minus annis./
Ista Domus clari/
fundatur Gemini/
ani. Inter scultores quan/
to sis dignus onore cla/
ret scultura nu(n)c Vuiligelme tua

"Mentre il Cancro raggiunge il corso dei Gemelli esultanti, alle quinte idi nel tempo del mese di giugno,negli anni dall'incarnazione di Dio mille e cento meno uno, è fondata questa casa dell'illustre Geminiano. Di quanto onore tu sia degno tra gli scultori, lo mostra ora, Viligemo, la tua scultura."

Nelle parole latine è evidente che Gemini e Geminiani sono formate dalla stessa radice e costituiscono la "fondazione della ecclesiale modenese".
La figura bicefala letta come segno dei Gemelli rimanda ad una simbologia temporale e identifica la figura del patrono. Il rimando a Giano invece fa riferimento all'ambito spaziale.
L'utilizzo del simbolo di derivazione pagana dà un respiro universale alla rappresentazione di questi concetti che si pongono come specifiche all'imprescindibile legame tra Dio e l'uomo che è la Chiesa.

Tempo, i Gemelli: La Chiesa nasce come segno della permanenza dell'incarnazione di Cristo, figlio di Dio, nel tempo umano. La fondazione dell'edificio inizia in un preciso giorno, donato dal Cielo, dagli astri: il tempo della "redenzione" inizia a Modena il 9 giugno 1099 con la posa della prima pietra o, secondo la computazione medievale, le quinte idi del mese di giugno dell'anno mille cento meno uno. Il tempo della redenzione da eterno diventa umano.
Esempio, Geminiano: La Chiesa modenese si fonda sull'esempio del Santo Vescovo Geminiano. La Santità di Cristo diviene tangibile nella figura storica (Geminiano è vissuto tra il 312 e il 397) e fisica di san Geminiano. La collocazione nella cripta, sotto all'altare principale, del corpo del Santo vescovo ribatte il concetto di pietra fondante.
Spazio, Giano:  divinità pagana del tempo vecchio e nuovo e delle porte. Giano qui, in chiave di volta, diviene il tramite tra spazio laico dell'uomo e quello divino della Chiesa.
Metopa con l'ermafrodito detto "potta"

Rimane da spiegare il fallo ostentato. In questo tentativo di interpretazione, in cui questa figura polisemica assolve a simbolo del trapasso tra la dimensione umana e quella divina, fa riferimento alla generazione: tema, anch'esso presente anche altrove nella iconografia del duomo. Il significato della generazione umana è premessa della rinascita nell'acqua del Battesimo. Questo significato riprende la ciclicità della vita cui alludono le braccia del bicefalo, intrecciate con i girali d'acanto. La vita che nasce e genera vita, come rappresentato anche nel mascherone mangiafoglia al centro dell'architrave del medesimo portale.
I diversi livelli interpretativi della figura di Giano-Gemelli ci forniscono, coerentemente alle lastre della Genesi, un significato complesso favorito dal fatto che la figura non è collegata alla rappresentazione dei mesi ma è posta in una posizione di grande importanza.
Wiligelmo, come usa fare magistralmente, reinterpreta anche lo stile classico e qui utilizza un espediente stilistico molto interessante: rappresenta il bicefalo di dimensioni maggiori rispetto alle altre figure dell'archivolto. Come gli antichi scultori classici la maggior dimensione della figura non è dato dall'effettivo spazio occupato, ma dal fatto che, pur essendo rappresentato in una posizione seduta, con le gambe piegate, occupa tutta l'altezza dell'estrodosso, come gli uomini che sono inseriti nei girali d'acanto.
Dalla panchina della fermata del bus di fronte al Duomo, luogo quotidiano e privilegiato,  si misurano i ritmi moderni sull'immobilità dell'antica cattedrale: occorre lasciare per un momento le distanze della vita odierna per individuare la misura del tempo eterno attraverso il linguaggio romanico.

Nessun commento:

Posta un commento