domenica 3 febbraio 2013

Ritorni




Toc ... toc ...
"Dica... chi vuole? chi è?"
"Buon giorno, sono io: la Rabbia."
"...e chi l'ha chiamata?"
"Lei signora, bentrovata ...."
"Io? ma lei sogna! 
E mi chiami professoressa!"
"Appunto!"








Girolamo Forabosco (1605-1679),
"La morte e la fanciulla", seconda metà del XVII secolo, olio su tela, cm 74,5 x 59,5,
Dresda, Gemäldegalerie alte meister, Staatliche Kunstsammlungen. 
Il dipinto proviene dalla Collezione Estense. ed è  stata venduta con altre 99 opere al principe elettore di Sassonia e re di Polonia, Augusto III.
La tela rappresenta una fanciulla con il capo ornato di fiori che è presa di spalle da una mano scheletrica.
L'opera è chiaramente l'allegoria del tempo e della giovinezza che pur procedendo velocemente è presa dalla morte all'improvviso. Appena sentito il tocco la ragazza gira la testa, spaventata, ma non pare rassegnata a consegnarsi alla morte, infatti le braccia proiettate in avanti, ci fanno pensare della sua fuga. Eppure la salvezza sarà solo una fugace illusione, gli effetti della fine sono già presenti sui fiori che appaiono scomposti e avvizziti. 
E' un dipinto moralizzante che allude alla caducità della bellezza e spinge a meditare ai beni eterni e salvifici.


2 commenti:

  1. Un sospetto di melodramma c'è negli occhi sbarrati, nell'espressione languida e lacrimosa. Ma quella di sfuggire alla vecchiaia e la morte è l'illusione suprema, quella che ci riguarda tutti. Per questo il dipinto mi emoziona e mi commuove.
    Intanto, ben tornata alla scrittura: mi sei mancata!

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  2. Grazie. Sto lavorando ad alcune opere della collezione Estense. E' davvero triste pensarla ancora chiusa, si dice che tra un anno sarà riaperta ma sono pessimista. La sua collocazione è davvero poco opportuna e speravo che il terremoto fosse occasione di ripensamenti. Pensavo troppo semplice. Per me la galleria della mia città è una piazza, un luogo che frequento spesso, come un parente. Ci entro anche solo per levarmi un dubbio, perchè sono in anticipo ad un appuntamento, perchè devo incontrare qualcuno e do appuntamento lì, nel salotto buono di Modena. Saperla chiusa, pensar e a tutti quei volti imballati mi rattrista enormemente, sapere le loro storie nascoste, loro che son nate per cantare alla luce mi rabbuia.
    ecco qui, vedi, ho già iniziato un altro post.

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