mercoledì 26 dicembre 2012

Specchio, specchio delle mie brame ... (arte al femminile VI parte)

(dedicato a Sara Baracca e ai suoi perchè.  Oggi 29 dicembre 2012)

J. Van Eyck, c.d. Ritratto dei coniugi Arnolfini, 1434, olio su tavola, cm 81,8 x 59,4, Londra, National Gallery.


Questo dipinto di van Eyck è molto famoso anche per essere uno dei primi ritratti di due persone ancora in vita, non nobili.
Inoltre è un'opera piena di simboli e di significati ancora non del tutto spiegati, è uno dei dipinti più studiati ed indagati della storia, soprattutto per la presenza di uno specchio convesso.
La tradizionale critica ha sempre letto questa tavola come il ritratto di un mercante italiano, Giovanni Arnolfini, nel momento della sua promessa matrimoniale con la moglie Giovanna Cenami avvenuta a Bruges dove vissero fino al 143 2 nella comunità italiana.
L'opera è firmata ("Johannes de Eyck fuit hic") e datata 1434. La presenza del pittore, secondo i critici, sarebbe rilevabile attraverso lo specchio convesso che riflette i due sposi da dietro e il pittore con un quarto personaggio vestito di rosso. Si è lungamente pensato che la firma del pittore, al di sopra dello specchio, e la rappresentazione del suo riflesso costituissero una sorta di documento ufficiale.
Da qualche anno nuovi studi propongono nuove letture e si tende a spostare l'identificazione dei due sposi con l'autoritratto del pittore e della moglie, forse in occasione della nascita del primogenito, nella loro camera da letto, attorniati da tanti oggetti che assumono sicuramente un carattere simbolico il cui significato ancora sfugge alla nostra capacità d'interpretazione.
Infatti Van Eyck utilizza quella particolare forma simbolica del quotidiano in cui il simbolo è perso nel banale, nel solito, al contrario di quel che avviene nella pittura italiana in cui spesso s'ostenta l'oggetto dal valore simbolico. Questo “modo” della pittura fiamminga attraversa e permane per più di due secoli come ci testimoniano i dipinti di Vermeer.
La teoria dell'autoritratto ci appare degna di considerazione per via dei tratti dei volti degli sposi che non sono certo tipici mediterranei, inoltre è stato spesso messo in evidenza che dietro ai due sposi, sulla testiera del letto, e proprio in coincidenza del volto della sposa, c'è una scultura in legno che rappresenta una donna con un drago a piedi. Questa potrebbe essere identificata con santa Margherita e quindi la santa protettrice di Margaretha, moglie del pittore Van Eyck.
La moglie del pittore, ritratta nell'intimità della stanza da letto, rimarca il prestigio e la ricchezza che il pittore fiammingo aveva ottenuto in quegli anni. Il senso del ritratto non è dissimile da quello di tanti ritratti italiani o europei che vanno dal '400 al 700. Infatti la moglie è abbigliata riccamente, ma non alla maniera dei nobili.
Margaretha ha una pellanda verde foderata e bordata di pelliccia bianca, straordinaria è l’abbondanza di stoffa che produce una morbida piega sul ventre e un lungo strascico raccolto davanti ai suoi piedi. Le larghissime aperture per il passaggio delle braccia e il bordo davanti ripiegato lasciano vedere una preziosa cotta blu con maniche strette e lunghe fino ai polsi, terminanti con una raffinata passamaneria dorata, mentre il bordo inferiore della cotta blu, è bordato di pelliccia bianca. La linea della cotta, stretta sotto il seno, scende morbida a coprire il ventre, ampliato con l'aggiunta di cuscini, fino ai piedi.
L'acconciatura riprende, in tono più modesto, quella a doppio corno tipica di questo periodo e diffusa in molti paesi d'Europa.
Margaretha non è una nobildonna, infatti, sebbene sia riccamente vestita e finemente ornata, non ha sugli abiti decorazioni ricamate, gli abiti sono di panno di lana, non ci sono stoffe orientali damascate, la pellicia è appena visibile perchè le leggi sontuarie impedivano di ostentarla, era dunque usata come fodera. Ha pochi gioielli senza pietre incastonate. Il suo atteggiamento è modesto, quasi umile, come la sua origine borghese richiede.
Attraverso lo sguardo dolce e fisso sul marito la donna dichiara con naturalezza che è attraverso di lui che si relazionerà col mondo. Lei resterà “regina e vestale” dello spazio domestico che, attraverso il sacramento del matrimonio, è divenuto sacro. Infatti i coniugi sono scalzi come documentano gli zoccoli (in primo piano quelli del marito e più arretrati quelli di Margaretha). La moglie resterà fedele al suo sposo come simboleggia il cagnolino che è raffigurato davanti a lei.
Jan Van Eyck benedice la loro unione e la loro casa; la sua posizione vicino alla finestra indica, probabilmente, che sarà suo compito svolgere tutte le mansioni relative alle relazioni con la società, al lavoro, alla protezione e a tutto ciò che sarà utile alla loro vita e a quella della famiglia.
L'attrazione magnetica che si sperimenta osservando questo dipinto è dovuta a precise scelte del pittore: gli sposi sono in una posizione simmetrica, sono in un ambiente riconoscibile, la presenza dello specchio introduce altre figure pur facendole restare fuori dalla scena, l’uso luministico e coloristico è accuratamente studiato e sapiente. Infatti Van Eych inserisce gli elementi in ordine cromatico digradante: inizia dalla finestra, la fonte di luce, con i colori scuri dell'abito del pittore, continua con il verde della sopravveste della moglie e conclude con il rosso del letto, colore complementare al verde, che ne accentua la brillantezza.
Quindi l’accuratezza compositiva della scena mi pare sia stata voluta dal pittore per consegnarci una visione d'insieme armonica e serena, fino a diventare la protagonista dell'opera.
Che possa trattarsi di un universo armonico dal punto di vista schematico, coloristico e spaziale è testimoniato dall'aggiunta di molte allusioni al cerchio: lo specchio, il candelabro in alto, la posa semicircolare dei coniugi.
Penso che quest'opera sia così apprezzata proprio perché a tutt'oggi, guardandola si riesce a cogliere, anche senza averne chiara coscienza, la dichiarazione d'amore che van Eyck rappresenta. Se i committenti fiamminghi erano soliti nobilitare le loro stanze, con personaggi sacri, Van Eyck decide di rappresentare la sacralità dell'unione matrimoniale sua e della moglie così come è considerata dal cristianesimo e come è espressa nella stessa Genesi: “Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”. E l’armonia che Van Eyck ha cercato di rappresentare è l'espressione di come l'uomo e la donna siano, nel progetto di Dio, espressione della completezza e dell'originale progetto creativo.










Mani
I due coniugi di Van Eyck si tengono per mano in un modo simile al gesto di Dio con Eva nel bassorilievo di Wiligelmo. Il loro patto umano è raffigurato da quel gesto e dalla loro vicinanza che è duplicata nel riflesso nello specchio. Nel riflesso dello specchio i due sono visti di schiena, ma in una posizione leggermente diversa rispetto a quella che ci appare in primo piano: non si tengono per mano e, soprattutto, stanno di fronte a due persone: una vestita di azzurro e l'altra di rosso che sono inquadrati dalla porta.
Gli sposi sono nella loro stanza caratterizzata dal letto a baldacchino con la coperta e la cortina rossa, suolo sacro da non contaminare che richiede i piedi scalzi e, appena fuori, c'è il resto del mondo. Nello specchio, la presenza della finestra e della porta, con le due persone, allude ai confini col mondo esterno.
Lo spazio che il pittore ha rappresentato assume un aspetto sacrale, proprio per questo sarebbe incongrua la firma sul muro di Van Eyck se l'artista stesso non facesse parte del mondo che rappresenta. Il riflesso è inserito all'interno di una cornice in cui è raffigurata, in dieci tondi, la passione e risurrezione di Cristo -esattamente dal bacio di Giuda e cattura di Cristo alle apparizioni di Cristo risorto fino alla sua ascensione al cielo- come a significare che la storia quotidiana dei due coniugi è oggetto dell'opera redentrice di Cristo e del progetto salvifico di Dio.
Il gesto dell'unione delle mani di Dio ed Eva probabilmente è da interpretare come una prefigurazione dell'alleanza tra Dio e la Chiesa in ordine al disegno salvifico dell'uomo. Quindi Eva, senza peccato, è da interpretare come una prefigurazione di Maria.
Maria è madre come la Chiesa (perché, come Maria ha portato Cristo nel ventre, la Chiesa porta ai fedeli Cristo nell'eucaristia).
Questa interpretazione è suffragata dal fatto che in questa parte della lastra c'è la presenza dell'acqua: la Chiesa (i cristiani) nasce dall'acqua del battesimo. Quindi quello tra Dio ed Eva è la prefigurazione dell'Alleanza tra Dio e la Chiesa che si compì nella redenzione di Cristo.
Quello che Van Eyck raffigura è la versione quotidiana della stessa creazione che continua nell'unione tra l'uomo e la donna.
Anche i coniugi di Van Eyck sono ritratti nell’atto di tenersi per mano. Anche questa è un’“alleanza”, ma tutta umana.

1 commento:

  1. Bellissima interpretazione, piena di suggestioni.Come sempre è un piacere condividere le tue idee.

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