domenica 25 dicembre 2011

premessa alla rappresentazione della donna nell'arte

 La storia dell'arte non inizia mai, non come la letteratura italiana che inizia ad un certo punto, nel XIII secolo più o meno con San Francesco o Cielo d'Alcamo o Cecco Angiolieri, e da lì in poi si può dire questa è letteratura italiana...
L'arte invece... mah, inizia con l'uomo, o con la donna o, probabilmente, come la poesia del XIII secolo anche l'arte inizia dalla necessità della relazione... e di raccontarla o di esprimerla o di lasciarne una traccia.
Probabilmente è la relazione tra l'uomo e la necessità del cibo o il riconoscimento della divinità...
Ma forse non si può dire arte ciò che non è consapevole di essere linguaggio artistico o iconografico.
Magari tra tutti i modi di intendere l'arte potremmo definire qui, a premessa, che qui ci occuperemo della rappresentazione d'arte della donna intendendo l'immagine artistica come documento di una epoca.
00 Le Veneri preistoriche.

01 Ammesso e non concesso che la storia dell'arte europea abbia la sua premessa necessaria nell'arte greca  forse l'inizio potrebbe essere individuato in quelle tre rappresentazioni che sono

l'Hera di Samo,                                                         la Venere di Cnido 

 


la Menade danzante
.















E' immediata l'idea che almeno un piccolo posticino sia necessario per l'immagine maschile che in Grecia la fa da padrona. Solo in Grecia? No anche a Roma e anche nell'Italia cristiana dei barbari e del Medioevo.

L'eroe e il dio greco perfetti armoniosi sono perfettamente allineati con la idea della razionalità, il combattente, l'imperatore, l'oratore esprimono con vigore l'eroicità romana. solo un piccolo posto, trascurabile resta all'altra metà del cielo che pare oscurato dalla polvere della gloria maschile...

Ritratto di bambina (arte al femminile II parte)


2. Bronzino, Bia de Medici, 1542, olio su tavola, 59x45 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi

Bia era la primogenita di Cosimo de Medici, la figlia naturale del giovanissimo Cosimo, nacque prima ancora che il duca salisse al potere. Cresciuta nella corte ducale, educata dalla nonna Maria Salviati, con gli altri figli legittimi di Cosimo. La sua vita è circondata da un alone di mistero, ignoto è anche il nome della madre.
Tuttavia la fonti raccontano che era amatissima da Cosimo che la portava sempre con sé.
Il ritratto del Bronzino, uno dei pittori ufficiali della corte dei Medici è il preferito dal Granduca, ci rivela la predilezione del padre per questa bambina: Bia è ritratta in tenera età, a 5 anni, con un abito sontuoso e gioielli preziosi. Questi sono inusuali per una bimba così piccola anche se figlia di una famiglia ricca e importante, vestiti e oggetti di lusso erano invece spesso riservati ai giovani eredi maschi.
Tra i gioielli, significativo è il medaglione che Bia ha al collo: contiene un profilo del padre, Cosimo I.
Prezioso è lo sfondo blu fatto di polvere di lapislazzuli che rende la piccola tavola un gioiello in se stessa ed evidenzia il luminoso incarnato della bimba, sul cui viso è dipinto un sorriso appena accennato.
Nell'anno stesso in cui è stata ritratta la bambina si ammalò di una febbre che la portò a rapida morte.

3. L. Fontana, Antonietta Gonsalvos, 1594-1595, olio su tavola, cm 57 x 46, Blois, Musée du Chateau.

Il destino di questa bambina fu piuttosto singolare, come si conveniva a chi era diverso. Lavinia Fontana l'ha ritratta in posizione frontale, con il busto leggermente girato verso destra quando aveva forse otto anni. I suoi capelli, acconciati verso l'alto con una coroncina floreale, sono pettinati come anche i lunghi peli che ha sulla faccia e che lasciano fuori solo il naso e la bocca. Indossa uno sfarzoso vestito riccamente decorato con disegni e chiuso al centro con una fila di bottoni dorati, un colletto bianco liscio con un elegante bordo di pizzo che ritorna sui polsini ugualmente bianchi. La bimba tiene un foglio in mano sul quale è scritto:
Dalle isole Cannare fu condotto al Serenissimo Enrico re di Francia Don Pietro huomo selvatico che de presente si trova presso il Serenissimo duca di Parma del quale fui io Antonetta, et hora me trovo presso alla Signora Donna Isabella Pallavicina Signora Marchesa de Soragna.
Quindi il foglio è una iscrizione che racconta, per sommi capi, la storia della bimba ritratta.
Questo è il più famoso dipinto che documenta la ricerca e le collezioni di strani oggetti o esseri viventi esotici oppure capaci di suscitare stupore e meraviglia.
Antonietta è figlia di Petrus Gonsalus, capostipite di una famiglia che durante gli ultimi anni del XVI secolo acquistò notevole fama in Europa proprio per l'insolita e rara patologia da cui erano affetti i suoi componenti: l'Hypertrichosis universalis congenita, che ricopre la pelle di una diffusa peluria concentrata soprattutto sul volto.
Petrus era nato nelle isole Canarie e fu condotto alla corte francese di Enrico II, dove fu educato alle lettere e alle buone maniere ed esibito come vivente meraviglia esotica.
Il dipinto attribuito a Lavinia Fontana fu commissionato dalla marchesa di Soragna non per lei, che avendo a disposizione l'originale non era certo interessata, ma per altri collezionisti, forse i Gonzaga di Mantova dove il dipinto è documentato nel 1626.

Mirabilia
Il volume "Monstrorum historia" (1624) dello studioso Ulisse Aldrovandi, fondatore della prima cattedra di scienze naturali a Bologna documenta che le immagini furono strumento importante della ricerca scientifica. Infatti lo studioso vantava una collezione di circa cinquemila immagini a tempera, commissionate ad un gruppo di artisti che lavoravano sotto la sua direzione. E' comunque necessario precisare che tra le immagini dei testi scientifici che ritraggono Antonietta e il dipinto che sono sempre di Lavinia Fontana vi sono alcune differenze: la prova grafica coglie soltanto il volto della ragazzina, raffigurata in posa informale, con i capelli raccolti in una coda; la tela, invece, ne propone la figura a mezzo busto, mentre indossa un abito elegante, con un alto colletto di pizzo e bottoni d'oro e con un'acconciatura decorata con fiori e fiocchetti. E' possibile che il dipinto sia una rielaborazione del disegno, eseguita su richiesta del committente.

Per una storia dell'arte al femminile (arte al femminileI parte)


1A. Wiligelmo, Creazione di Eva, 1106-10, bassorilievo in marmo, Modena, Duomo.

Wiligelmo, nel primo bassorilievo della facciata del Duomo di Modena, compie un'opera poetica straordinaria. Un'opera inusuale per l'epoca in cui vive, 900 anni fa, e per oggi. Pone la nascita di Eva come momento centrale della sua prima lastra della Genesi. La creazione dell'uomo è raffigurata attraverso il sollevamento di Adamo che viene “tirato su” dal terreno, afferrato per il capo mentre è ancora malfermo sulle gambe, come non fosse del tutto in grado di reggersi.
Subito dopo, Adamo addormentato è raffigurato sul bordo di un corso d'acqua, dal suo petto esce Eva, Dio la prende per mano per agevolare la sua uscita. E' commovente questa attenzione, quasi galante, che il Dio “di Wiligelmo” riserva ad Eva e non ad Adamo.
Lei è presa per mano come si usava tra membri di una medesima condizione sociale, come era in uso nel sancire un accordo, come se si trattasse di un matrimonio.
Probabilmente questa iconografia fa riferimento ad un significato simbolico che si deve leggere in chiave non antico testamentaria ma catechetica: Adamo sul corso d'acqua è simbolo del catecumeno che si appresta a diventare figlio di Dio, attraverso il Battesimo (acqua) e a fare parte della Chiesa (sposa di Dio) rappresentata da Eva.

1. Velazquez, L'adorazione dei magi, 1619, olio su tela, cm 203 x 125, Madrid, Museo del Prado.

L'adorazione dei magi non è il dipinto più famoso di Velazquez, però condensa, in una maniera misteriosamente affascinate, l'idea di donna che affonda le sue radici più profonde nella nostra cultura mediterranea, europea, cristiana.
La donna è madre, è colei che incarna il mistero della vita. Porta in sé quell’afflato divino del creatore che continua, nonostante la quotidiana sperimentazione del limite e del dolore, l'opera incessante della vita nuova.
Questa Maria è, tra le tante altre raffigurazioni, una speciale ma-donna: speciale perché solenne e venerata dai magi, ricchi, sapienti e “cosmopoliti” (si direbbe oggi), nonostante sia del tutto terrena, del tutto umana. Nell'accostarci al dipinto verrebbe da chiederci: “Che fanno questi magi? Perché si inchinano?”
Questa donna ha appena finito il suo lavoro, forse l'ha interrotto frettolosamente avvertita dell'arrivo di questi ospiti straordinari, e ora sta impettita e a disagio davanti ai re, non li guarda, è timorosa, non si attenta nemmeno ad alzare lo sguardo.
Tutto il senso d'inadeguatezza di Maria ce lo comunicano le sue mani che non sono le mani di colei che è predestinata ad essere la madre di Dio; no, sono piuttosto le mani di una donna che lavora, sono grosse e sgraziate, tengono il bimbo fasciato come terrebbero un vaso di cristallo, con la soggezione e l'attenzione di colei che non si sente del tutto all'altezza di maneggiare simili preziosità.
Ecco perché questa ma-donna, e non un'altra, inizia questa esposizione, perché è una donna che lavora e, ora si trova, lei come tutte le donne, a meditare (sulle esperienze più o meno personali) che sulla formazione della nuova vita è un dono davvero misterioso.






Idee con e per Raffaella

Pensavo se fosse possibile scrivere, esaminare, analizzare, criticare, una intera storia dell'arte scritta da donne e sulla rappresentazione della donna. 
Mah...! 
La vado pensando e me la fabbrico da tanto tempo nella mia mente che ho paura che diventi vera. O meglio che mi accompagni per troppo, che occupi la mia vita o una parte significativa di questa... e poi la lasci andare per un nulla, per un niente, e mi spiacerebbe.
La mia misera esperienza dello scrivere non è per nulla soddisfacente. Non so perchè, forse perchè nasce dalle viscere più che dalla ratio, che è nel frigo e mal si predispone ad accompagnare fuori da me le cose che amo.
E quindi la produzione scritta mi lascia sempre insoddisfata e sfinita. Scrivere probabilmente è uno scavo troppo profondo e spossante, ...e frustrante. Cuore, occhi, mani, cervello... davvero troppo!
Del resto se fosse cosa da poco non m'importerebbe per niente.
 Dovrebbe essere dunque dall'arte greca alla contemporanea... 2700 anni: mmm già questo 2700 non va, non dice nulla.
Non importa se l'hanno già scritto, il nostro sarebbe diverso perchè avremmo l'intento di ender piane le finte complessità dell'arte!
Un capitolo speciale sulle donne artiste.
Una serie di percorsi trasgressivi:
1.origine originale raffigurazione creazione di Eva, natività, origine du monde di Courbet.
1 bis. Eva e Maria due donne e una idea di donna.
2 Immacolata
3 Maria e il libro
4 Costretta e rinchiusa: abiti e idee.
 Argomenti tanto amati e che sarebbero tanto importanti oggi per capire qualcosa del nostro presente e per rompere con qualche  stereotipo del passato:  sarebbe bello riuscire a distruggere qualche stereopito culturale con la super-ficialità di un'immagine, di cent'immagini!
Sarebbe liberante scrivere robe per 100, 1000 pagine e mettere lì quello che vorremmo spiegare alle bimbe che arte non la studieranno mai, a scuola! :P

(Artemisia Gentileschi, Allegoria della pittura, 1638, olio su tela di cm 98,6 x 75,2, Londra Kensington Palace.)




giovedì 8 dicembre 2011

Tra Don Giovanni e Crozza (2 parte) denuncia della crisi del sistema



Da quanto detto se ne deduce sia totalmente inutile mantenere governanti inefficienti. Del resto, il sistema politico non pare abbia mai funzionato bene... sì qualche eroe, qualche essere superiore, c'è stato. In una società che aveva principi morali più radicati, si riconoscevano le capacità di quei pochi... ma soprattutto passavano come virtuosi grazie all'ignoranza del popolo che era solo parzialmente informato sulle schifezze dei parlamentari. Questi erano, e qui sta  la vera differenza, persone colte ed istruite, quindi facevano, forse meno o forse più schifezze, ma con uno stile tale che salvava le apparenze. Quando poi qualcuno veniva beccato... beh la vergogna c'era.

La vergogna adesso non c'è più, la soglia morale è abbassata al punto che bisogna scavare la buca: la brava persona è quella furba e al di sopra delle regole!
Questo non mi va giù!
Non si tratta di fare riforme e manovre si tratta piuttosto di prendere seriamente in esame che il sistema parlamentare, basato sui partiti politici, è superato.
Si tratta di ammettere che il sistema di vita non è più conciliabile col sistema economico della banche.

Si tratta di iniziare a pensare un'Italia che ha delle autonome potenzialità e di sfruttare quelle, con testarda e appassionata convinzione.
Si tratta di tessere una tela nuova e di gettare quella che non regge più i rattoppi:  avendo constatato il fallimento del sistema  è naturale proporre l'autenticamente nuovo che coincida con l'umanamente sostenibile.
E' idiota fare affidamento sulle industrie di trasformazione che si basano sull'esportazione di tutto -dalle materie prime all'energia, allo stoccaggio ed eliminazione degli scarti di produzione- e ci lasciano disoccupazione e inquinamento.
Che senso ha produrre armi? e produrre auto? L'Italia produce inquinamento, disoccupazione e malattie: non mi sembra propriamente un piano sviluppo.

L'Italia è per natura ponte e incontro.

L'Italia è geograficamente in mezzo ad un mare che non è difesa ma collegamento.

L'Italia ha autentiche e originali vocazioni da secoli e basta poco a scoprirle e ricominciare da lì, con coraggio e ostinata utopia... il resto son balle.
 E aggiungo solo che non saranno dei bravissimi settantenni a ripartire dalle nostre profonde e autentiche vocazioni e a proporre come farle divenire ragione di crescita e sviluppo cioè a inventarsi il modo per presentarsi, con l'Europa, davanti al futuro.

Tra Don Giovanni e Crozza (1 parte) denuncia della crisi del sistema

La situazione della così detta crisi economica mi pare sia piuttosto spiacevole. Il fastidio non è quello proclamato giornalmente da giornali e tg, quello è molto più che spiacevole e fastidioso. Penso che da mesi ormai si giochi con l'intelligenza della gente,quella che si prepara da mesi ai sacrifici che appaiono e scompaiono a seconda del portavoce del momento come se la crisi fosse una oleogramma che se lo guardi da un verso dice "solida situazione economica ristoranti pieni" ma se lo inclini dall'altro "crisi economica e default". Mi sono resa conto da tempo che il problema (della cultura italiana, della disoccupazione, della recessione, della crisi economica...) reale e concreto non può avere soluzione semplicemente perchè è posto alla istituzione sbagliata.

La politica da tempo è composta da gruppi di persone che, come il don Giovanni di Mozart, giura di occuparsi degli interessi del popolo e tutela solo i propri. Da tempo il dialogo tra l'Italia e la politica è basato sul voto e su psedo convincimenti alimentati da originali dialoghi allo specchio, senza un sano contenzioso; ormai è passata come normale la pratica di allontanare quelli che la pensano diversamente o addiritura il contornarsi da mediocri e fedeli assertori di quello o dell'altro parere politico.

Il politico di mestiere ormai non è più educato a  "fare il politico" e, se prima dissimulava con arte il suo disinteresse per il bene della nazione, ormai, grazie alla rustica Lega e allo scandaloso PDL, è manifesta l'incapacità- non dico di governare- ma addirittura di rappresentare.

Dunque quest'estate abbiamo avuto modo di assistere allo squarcio del velo: il governo incapace, bugiardo e inconcludente non riusciva ad essere sorpassato dall'opposizione! Insomma non c'era nulla da fare se non prendere in mano la situazione, ma, come nel gioco dei bambini, la patata bollente avrebbe fatto fallire qualsiasi alternativa partitica.
L'alternativa alla corruzione era il nulla!
La situazione si è trascinata al punto che era difficile capire chi aveva proposte e pensieri degni o chi, più semplicemente, descriveva la realtà denunciado l'incapacità di reagire e di progettare del governo. Le denunce arrivavano però, non da politici, non da opinionisti o i giornalisti, ma solo dai comici, fino all'apice del 1 novembre.

All'opposizione il PD ha rivelato inequivocabilmente il sospetto di lungo tempo: era più importante restare immacolati, dal peccato di tassare l'Italia o di dichiarare bancarotta, che tentare il bene degli elettori.

Se la Gelmini e la Carfagna sono state, ai miei occhi, i più eclatanti esempi dell'inefficienze e incapacità di politiche e di Ministre, rivelando la loro abbietta vocazione a bamboline stupide, hanno però avuto il triste merito di rendere evidente, attraverso le loro scandalosa performance o le loro intorrerabili latitanze, che la classe politica è incapace di governare gli italiani.
La classe politica è semplicemente un'assemblea di parassiti autoreferenziali che hanno come unico scopo la loro fama, il loro interesse, la loro personale e autonoma realizzazione.
Sono innetti, disinformati, incapaci e sordi. Lo hanno dichiarato più volte questo autunno: "è chiaro che io voterei per mandare in galera quel farabbutto, ma seguirò la linea del partito"; "certo, io la penso diversamente ma il partito..."
Senza arrivare alle tristi performance dei falliti tentativi di diminuire il numero dei politici o della diminuizione dei loro compensi scandalosi, il rimandare le loro pensioni... Nessuno ha mosso un dito per promuovere quel sistema di equità che destra, sinistra e centro hanno abbondantemente sbandierato.
 Non mi scandalizza la corruzione della classe dirigente: era roba già accaduta, analizzata e derisa. Ma siccome leggere è faticoso e può essere che qualcuno fraitenda e non capisca, Hogarth lo denunciò nel Settecento con otto tavole dipinte La carriera del Libertino nel 1735, e, se non basta, Strawinsky nel 1951 lo musicò in The Rake's Progress. Quindi quando la politica ha chiamato i tecnici rendendo chiaro a tutti che gli eletti non erano degni della nostra fiducia, non erano in grado... si è acclarato che gli itaiani stavano pagando più di 600 parlamentri inefficienti e costosi.
Secondo me la rivoluzione è legittima anche per molto meno.
 Fine prima parte