Sono ormai mesi che non si parla d'altro. Pare che la soluzione della così detta riforma sia BLOCCARE LE GITE.
In realtà io penso che sulle gite ci sa da fare una bella ripensata e sostituirle, davvero e una volta per tutte, in VIAGGI D'ISTRUZIONE.
Quindi pur sapendo di attirarmi tutti gli strali del mondo ho scritto a la-politeia la seguente riflessione.
Mi rendo conto che i miei interventi sono spesso poco condivisi. Avevo anche smesso di farne. Ma la questione mi interessa molto, Premetto che non ho, in questo caso, un parere chiaro e definitivo ma il mio intento è appunto quello di confrontarmi e maturarlo.
quindi ci riprovo.
Scusate la pedanteria ma vale, forse, la pena di dire che a scuola (nella pratica) si fanno due tipi di uscite: una dalla finalità più trasversale e ricreativa, ha come scopo principale affinare la conoscenza e l'integrazione del gruppo classe, l'altra ha come principale finalità l'approfondimento o la sperimentazione di moduli curricolari svolti in classe.
Quindi la prima è la "classica gita", la seconda è la visita didattica o il soggiorno studio (linguistico ad esempio).
Come insegnante precaria mi rendo conto che qualche protesta unitaria sarebbe importante e molto significativa tuttavia vorrei proporre alcuni spunti di ulteriore riflessione.
Come insegnate di STORIA DELL'ARTE (A061) la questione è ancora più drammatica: da una parte smetterò di insegnare tra 2-3 anni (quando la riforma sarà "a regime"), dall'altra mi chiedo: come attuare una didattica corretta dell'arte senza offrire una seria sperimantazione di questa? sarebbe come insegnare chimica senza laboratorio o informatica senza aula computer: sono tutte esperienze possibili, ma togliere a priori l'esperienza, impoverisce la didattica. (Questo concetto è "meno vero" al Liceo ma è "molto vero " in altre realtà scolastiche)
1) nelle due scuole in cui insegno si è presa in esame la questione. In entrambe durante riunioni sindacali, in entrambe i presidi hanno impedito qualsiasi accenno al Collegio docenti, di conseguenza non si sono fatte votazioni ufficiali e unitarie.
Conseguenza: all'Erica ( ind. linguistico) si sta per essere cancellare un soggiorno linguistico (soggiorno in famiglia + scuola) a Londra, proprio perchè l'organizzatore aderisce alla protesta. I ragazzi, coglendo il momento di indecisione eil pericolo di annullamento, semplicemente hanno chiesto di inserirsi nelle gite delle altre quinte ad Amsterdam ( totalmente slegata da ogni programmazione didattico curricolare di questa 5a).
Naturalmente io ho "denunciato" la scorrettezza in consiglio di classe. ma mi è stato detto che se il prof "Tal dei Tali" è disponibile e propone un programma adeguato (i programmi sono sempre adeguati, però quando si arriva non c'è mai niente di prenotato), non si vede come impedire a questa classe (così educata buona e carina), proprio alla fine dei cinque anni di coronare con una ella gita (ed io, che mi imbestialisco per queste cose, ricordo che la scuola non è un'agenzia di viaggi ma educa e insegna su programmi condivisi, le gite si fanno di domenica...)... ecc.
Ecco questa del viaggio ad Amsterdam non è una proprosta ALTERNATIVA al viaggio studio, questa è MENO SCUOLA e perchè si fa "meno scuola" PERCHè QUELLI CHE AVEVANO GIà ORGANIZZATO UNA PROPOSTA DI QUALITA' PROTESTANO.
Ai genitori nulla appare e la scuola perda un'altra occasione.
2) E' vero che, nel caso che le gite si riuscissero a tagliare ( ma non ci credo proprio che sarà un blocco totale), si incide sull'economia: ma l'economia di chi?
Semplicemente verranno licenziati un paio di autisti e di impiegati delle agenzie turistiche ( poi chi deve organizzare gli stage dei ragazzi avrà le sue grane ma questo non è detto).
Prova di questo mi pare sia il licenziamento di un noto e carissimo rappresentante di libri scolastici che era impegnato proprio nella zona di Carpi e Vignola (non aveva molti licei). Molte scuole della sua zona, guarda caso, hanno rimandato le adozioni ( soprattutto delle prime) a settembre ...
Conclusione: la mia proposta è di non rispondere ai tagli con i tagli... ma proporre ricami sgargianti e preziosi.
al di là dello slogan bruttino propongo di colorare le nostre proteste che puntino sempre e comunque sulla qualità dell'insegnamento, perchè comunque in gita, se stiamo a casa noi, andranno altri, altri faranno i recuperi, altri...
e noi saremo ancora una volta visti come quelli che non fanno, evitano, si sottraggono.
Propongo ai colleghi di guardare alla complessità della questione e di continuare a pensare qualcosa di alternativo davvero: Penso alla "lezione in piazza" di Carpi. O all'iniziativa del Venturi sui canali di Modena che potrebbe essere ripresa e ripensata "ad hoc" Penso ad una mostra itinerante da allestire in occasione dei ricevimenti genitori in cui ogni scuola illustri ancora le eccellenze. Lo so si fa fatica, abbiamo già regalato tante ore, che non ci verranno mai pagate.
Penso ad uno spettacolo teatrale (tante scuole hanno il gruppo teatrale) che interrompe un mercato o una fiera.
Penso che la disperazione del momento dovrebbe farci creare qualcosa di uovo... se tutti insieme ci proviamo enon ci fermiamo alllo strappo.
detto questo. io comunque, a questo stato delle cose aderisco, in attesa di una nuova lotta in cui mi senta più rappresentata.
Rita Tonelli
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