stralcio una parte della tua bella lettera.
Questione visite-viaggi d'istruzione
La questione delle gite, quindi, non può avere come obiettivo scatenare contro il governo gli imprenditori o i lavoratori delle agenzie di viaggio; penso che quello dovrebbe essere davvero l’ultimo dei nostri obiettivi.
Certo è, però, che non può essere dimenticato il fatto che sia le visite di istruzione, quelle che arricchiscono e nobilitano il percorso didattico delle nostre scuole, sia le gite che io chiamo puramente socializzanti e che hanno in ogni caso una funzione fondamentale nel percorso di crescita dei nostri alunni e alunne e della nostra relazione con loro, richiedono in tutti i casi un notevole impiego di energie già in fase organizzativa, che i fondi di istituto solo parzialmente coprono; senza parlare poi dell’impegno rappresentato dall’essere accompagnatori, impegno che invece non riceve alcun riconoscimento economico e che ha visto quasi da sempre nessuna indennità di missione per le gite in Italia e, da quest’anno, la cancellazione delle diarie per le gite all’estero.
Questa cosa non può essere taciuta ancora per molto, non possiamo accettare ancora per molto che la nostra professionalità di docenti non venga considerata neanche nei termini del “badantato” che offriamo quando accompagniamo in gita le nostre classi.
Io non ho la soluzione in tasca, ma so che se una soluzione c’è, essa va trovata di concerto con studenti e genitori, perché qualunque azione si decida di intraprendere venga condivisa e vissuta unicamente contro chi mette alla fame la scuola e i suoi lavoratori.
Ecco allora che se proprio vogliamo mettere in evidenza questa attività non pagata, senza danneggiare il percorso di crescita dei giovani cittadini a noi affidati, potremmo decidere di sostituire le gite con visite alla scoperta del territorio in cui le nostre scuole sono inserite: saccheggiamo la cultura che il territorio offre, anche per più giorni di seguito, e facciamolo sapere al mondo, rendiamo palesi le ragioni di tale scelta, facciamo diventare questa parola d’ordine un’esortazione collettiva e condivisa che non si fermi al dito ma punti decisamente a ciò che esso indica.
Io credo che nessuno di noi possa pretendere il pagamento di tutte le energie che vengono dedicate, dai lavoratori responsabili, alla qualità della scuola. Nessuna società, anche evoluta e ricca, potrebbe permetterselo. Voglio dire che ci sarà sempre e comunque una fetta “missionaria” nella nostra professione, chi non ne è consapevole farebbe bene a cambiare mestiere.
Non credo che sia serio pensare di bloccare l'economia con la squallida scusa che pagano male o niente me e quindi licenzino pure, vadano in malora ditte, attività e tutto quanto.
Scusate ma è un pensiero meschino che subito aveva preso anche me.... A ripensarci mi era sembrato un pensiero poco edificante, In fondo questi che ci rimettono nel boicottaggio gite sono i nostri vicini, amici o i genitori dei nostri studenti. Poi è vero che i pacchetti gita forse si possono lasciar stare, che le visite guidate del territorio vanno riscoperte, che il treno è più costoso ma è sicuramente meno inquinante e più responsabilizzante, più educativo del pullmann.
Ma questi sono dettagli
La questione chiave è antica come e più del vangelo: chi lavora va pagato. Se invece di 4 ore al giorno, sono in servizio 24 ore devo essere pagato 24h, esattamente come tutte le persone che lavorano quindi a contratto... secondo gli accordi.
Mi sembra che questa sia una questione squisitamente sindacale cosa dice il nostro contratto sul pagamento dei viaggi???
chi e quando lo ha cambiato?
e come mai nessuno ci ha difeso???
(beh dopo i 5 euro al giorno nella malattia .... lasciamola lì)
Però c'è un'altra questione: cosa succederà tra le scuole?
Alcune continueranno a organizzare viaggi studio e scambi, visite ed esperienze varie altri no.
Questo sarà molto importante al momento della pubblicità e delle iscrizioni: penso, restando a Modena, soprattutto ai 2 licei linguistici, penso ai 2 tecnici industriali, ai due classici, ai due scientifici...
Magari qualche preside dovrebbe prendere la questione in mano e sistemarla... io, fossi in loro lo farei!
forse anche per gli insegnanti di ruolo non è questione da trascurare.
Anche perchè pare che la questione pagamento missione sia tutto sia demandato ad una contrattazione interna la scuola!
Però su questo bisogna essere capaci di trattare e essere compatti: non si tratta di fare o non fare ma, una buona volta di mettersi lì a definire norme , diritti (riconoscimenti finanziari ecc.) e doveri (organizzare robe di quaità), compensi e quote...
se la questione è così, ripeto, se è così, allora è evidente che tutti sono interessati che la scuola dia l'opportunità di pubblicizzare prima, e realizzare poi, i soggiorni linguistici e le visite d'istruzione. Altrimenti le iscrizioni andranno alla "scuola concorrente".
Ripeto, non si tratta di fare missioni non pagate ma forse c'è lo spazio per contrattare utilizzando quello che è evidente, una scuola che affianca loi studio ad esperienze sul campo.
Questo mi pare un discorso che apre il campo che ci rende protagonisti e liberi di gestire una questione.
Gli altri punti li rimando... ai prossimi giorni
buonanotte
Rita Tonelli.
Nessun commento:
Posta un commento