Non mi iscriverò invece perchè non ho intenzione di parteciparvi.
E non lo farò per diversi motivi:
- perchè sono una docente abilitata di storia dell'arte.
- perchè questo non è un concorso abilitante, ma è un concorso a cattedra, cioè abilita solo quelli che rientrano nel numero dei posti cattedra prefissati, pochissimi.
- perchè sono abilitata per la materia che studio da un quarto di secolo e non sono capace di insegnare altro
- perchè il mio stipendio non è "a scapito" dell'esperienza culturale dei ragazzi che hanno il diritto di avere dei docenti, non dico solo "preparati", ma dico di più: "eticamente corretti e onesti". Se io superassi il concorso -per un fortuito colpo di fortuna- insegnerei materie che non "frequento" da 20 anni e questo significherebbe rubare lo stipendio ad un collega più preparato di me e rubare l'occasione di imparare a centinaia di ragazzi.
- perchè l'unica cosa che un docente può fare oggi, per contrastare l'abominio della "cosa pubblica", è dare un esempio di onestà, dedizione e passione oltre alla competenza (vedi punto 4)
- perchè, molto più semplicemente, se penso agli insegnanti che vorrei (e che ho in moltissimi casi) per i miei figli, penso a docenti preparati e sicuri della materia, determinati e capaci di dibattere sul loro sapere; non vorrei insegnanti improvvisati, costretti ad attenersi alla parola del testo come loro unica conoscenza.
Invece è un tentativo di essere meno incoerenti.
Mentre ci scandalizzavamo stupiti, del fatto che "i vari Fiorito" avessero abusato e rubato tutto quello che era possibile rubare, con la compiacenza di qualcuno che era responsabile e di qualcun'altro che non aveva vigilato, succedeva che:
- i docenti con orario pieno accettassero più ore,
- i presidi si attivassero perchè non si chiamassero precari,
- qualche docente, dopo aver richiesto il trasferimento, accettasse di sedere su cattedre inesistenti (di 12 ore),
- i sindacati si scambiassero silenzi in mezzo alle devastanti e palesi ingiustizie
- gli stessi sindacati invisibili erano, contemporaneamente, a tempestare gli iscritti di mail che pubblicizzavano corsi a pagamento per accedere a concorsi o tfa, cioè per quelle iniziative che sono scandalo da combattere senza sosta (ma la coerenza sindacale è talmente nauseabonda che meglio lasciare stare)
- i presidi accantonassero ore per alcuni,
- le cattedre sparissero e riapparissero al momento buono.
Penso anche che questi, con poco potere, abbiano, in proporzione, la stessa disonestà dei consiglieri e assessori della regione Lazio.
Lo penso davvero.
Lavorare è un diritto di tutti, ma non a scapito di colleghi più preparati o più meritevoli; non a scapito di chi ha seguito le regole. Insegnare è fonte di reddito ma non a scapito degli studenti.
Penso che la responsabilità dell'educare renda le disonestà più gravi ed insopportabili.
Aggiungo che nemmeno la protesta deve in nessun modo, per nessun motivo, ricadere sulla preparazione degli studenti che hanno queste ore, questi giorni, come unici ed irripetibili per acquisire quella conoscenza che la scuola statale ha il dovere di fornirgli in modo privilegiato.
Riflessioni amare della persona intelligente e onesta che sei. Se avessi dei figli, mi piacerebbe che avessero te come insegnate, anzi come Prof.
RispondiEliminasei sempre gentile, grazie. Sarebbe stato un grande onore e l'ennesima occasione di imparare.
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