martedì 16 febbraio 2010

dislessia

Soutine, non è tra i miei preferiti.
Lui e gli altri due suoi "compagni" di sventure e non, Chagal e Modigliani, li conosco abbastanza poco, non ho mai avuto modo di studiarli approfonditamente.
Tuttavvia Soutine l'ho incontrato diverse volte e il primo incontro con lui l'ebbi sulle tracce degli animali squartati che, nell'arte, uniscono tre personalità distanti di età e paesi: Annibale Carracci, Rembrandt, Soutine.
Ripeto: Annibale Carracci ( e il nome è d'obbligo perchè sono i Carracci contemporanei sonotre -e poi c'è Antonio, meno conosciuto e della generazione seguente-), Rembrandt (del cui nome abbiamo parlato e non ha bisogno del banale cognome per distinguerlo) e Soutine...
Soutine è il cognome ma il nome come fa?
Avrei giurato Claim...
Per la mostra sul Ghetto che resterà allestita fino al 11 marzo ho preparato 5 fogli con brevi riflessioni su cosa voglia dire per Soutine ebreo essere un artista.
Ho cercato immagini, copincollato e tradotto titoli e didascalie. Ci ho lavorato e non mi sono accorta, no dico, non mi sono accorta, che si chiamasse Chaim. Io per anni l'ho chiamato Claim! Come testimonia il titolo della sezione della mostra:
La storia di un artista ebreo:

Claïm Soutine

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