domenica 9 giugno 2013

La cultura scende in campo. Left incontra Salvatore Settis

Giovedi 30 maggio 2013 al Teatro piccolo Eliseo si sono incontrati a parlare di politica della cultura e cultura in politica: Salvatore Settis, Fabrizio Barca, Vittorio Emiliani, Tomaso Montanari, Michele Dantini, Andrea Ranieri e molti altri
Il canovaccio su cui ragionare era stato preparato da Salvatore Settis qualche settimana prima e pubblicato da Left : Cultura, diritti, democrazia. Ecco le 15 idee di Salvatore Settis per l'Italia. (qui il video completo)
La ricostruzione dell'incontro è difficoltosa perchè il lungo pomeriggio è stato denso di relazioni importanti . I singoli interventi non riportano i "fuori onda" che hanno suscitato alcune risposte negli oratori.
Sarebbe necessario un momento di ripensamento capace di cogliere i dati essenziali che, a mio parere, sono spesso talmente nuovi da sfuggire, in discorsi a volte molto intensi, altre volte faticosi, oppure infarciti di tecnicismi ...
La mancanza di donne e di appartenenti al mondo della scuola è stato un gravissimo limite... tuttavia prendiamo il buono in attesa di meditare e scrivere qualcosa su questa ennesima esperienza importante e significativa assolutamente ignorata dai media.
 Riporto gli interventi più importanti e più sotto i riferimenti per altri interventi interessanti da cercare sul video completo, per approfondire.

INTERVENTO DI APERTURA DI SALVATORE SETTIS
Intervento di Fabrizio Barca i saperi e le oligarchie
Intervento (sorprendente) di Andrea Ranieri (peccato lo spreco dei primi minuti) la crisi, il turbo-capitalismo, il turismo vs cultura, l'esempio di Genova
intervento di Adriano Zaccagnini (mov 5 stelle) melina fastidiosa iniziale, pazienza
intervento di Ernesto Longobardi economista ( molto interessante e rivelatore)
intervento di Renato Soru ( purtroppo manca la parte iniziale, sulla scuola)
intervento sarcastico-polemico (ma molto vero) del sagace Marino Sinibaldi

Consiglio di munirsi di pazienza ed ascoltare anche interventi non divisi ad hoc, ma da cercare nel video completo:
Massimo Monaci, direttore del Teatro Eliseo e responsabile AGIS sul Lazio: dal minuto 1:40:45 di questo video


il surreale video di Tomaso Montanari, collegato da Tel Aviv per un seminario sul Bernini e il Barocco romano, ma parla della val di Susa! io consiglio di ascoltarlo con attenzione: da 01:55:02.cerca sul solito video
"I fondi della Tav possono ricostruire L'Aquila 4 volte"

La parte introduttiva che spiega l'intervento di Soru e l'inizio di Soru con il patetico, confuso e contraddittorio intervento di Michele Riondino da 2:44:12.
inizio di Renato Soru da 02:50:15 e davvero il senso della scuola...
Da 03:31:45 conclusione di Salvatore Settis.

Estrapolo qualche concetto che penso importante:

il giudizio dei mercati: chi sono i mercati? 
I mercati sono ora  l'antipolitica. 
Il mercato non deve dominare la politica. 
Nella lista delle cose che esistono, assieme all'Europa, il bilancio, il mercato ci sono anche i diritti!
" La demeritocrazia incalza e con il favore delle larghe intese occupa il palazzo Galan ha presieduto la regione Veneto per 12 anni e l'ha messa in cima alle classifiche europee per la cementificazione del territorio, inoltre da ministro dei Beni Culturali ha assoldato come esperto delle biblioteche un tale che ha rubato 4mila e 4cento (4400) libri a Napoli alla Biblioteca dei Girolamini, di cui era stato fatto direttore. Dunque ora Galan è il presidente della Commissione cultura! Dunque non è soltanto oligarchia ma l'oligarchia del demerito. Ministro Lupi, ministro delle infrastrutture ha fatto la peggior proposta di legge della storia italiana -forse della storia umana- sull'uso del territorio, ergo, ministro delle infrastrutture. la commissione agricoltura a chi la danno, a Formigoni..."

"L’Ungheria, la settimana scorsa, ha stanziato 5 miliardi di euro in più per la ricerca, la Francia ne ha stanziati 3 anni fa, 21miliardi in più, la Germania 10 miliardi di euro in più. L’Italia… ha dimezzato i fondi:  la crisi ce l’hanno anche loro o no. Queste sono scelte, quello che diceva Monaci , è l’assenza di politiche culturali o una politica dell’assenza è una politica dell’assenza, si fa finta di non sapere perché si vuole tagliare le gambe a certe cose e tra queste c’è la scuola e se non abbiamo una scuola che sviluppi i nostri saperi: dove va il nostro paese?

La nostra scuola è fatta sulla base del principio che ha ricordato benissimo Soru della professionalizzazione cioè della parcellizzazione dei saperi cioè del fatto che le nostre scuole dovrebbero formare delle persone che idealmente devono imparare a girare chiavi inglesi senza sapere a che serve la macchina per la quale sta girando il bullone! (Tempi moderni)" 
(anche i prof sono convinti di dover fare questo… nrt)
Sull'idea di scuola:
"Non stiamo costruendo spiriti critici, non stiamo costruendo persone che pensano al futuro del paese, o persone che conoscono la costituzione, che hanno in mente l’interesse generale, e come facciamo ad avere quei saperi diffusi che ostacolerebbero le oligarchie ( riferimento al discorso di Barca). Poi ci inventiamo le cose più strampalate …"

domenica 2 giugno 2013

Tre donne allacciate (arte al femminile X parte)

 Hans Baldung Grien, Le tre grazie, 1541-44, olio su tavola, cm 151 x 61, Madrid, Museo del Prado
 Hans Baldung Grien, Le età della donna e la morte, 1541-44, olio su tavola, cm 151 x 61, Madrid, Museo del Prado


Le età della donna e la morte appartiene all'ultimo periodo della vita del pittore. È stato concepito con un suo gemello che è la raffigurazione delle Tre Grazie.
Dalla visione delle due tavole affiancate si ha il giusto punto di vista per la lettura che, secondo la visione che Grien ha della vita, piuttosto severa e oscura, assume un aspetto davvero diverso rispetto alla visione che questa iconografia ha in Italia (vedi La Primavera di Botticelli).
Nella prima tavola, in basso sono rappresentati tre bambini, uno dei quali ha uno spartito e tiene un cigno per il collo. La grazia e l’eleganza delle tre giovani donne traspare dalle pettinature, dai gioielli (collane con pietre preziose e perline pendenti, spilla con perle, pendenti con perle a goccia, la corona sul capo) e le loro nudità non hanno nulla di impudico. Una di esse ha un liuto in mano e una viola è posata ai suoi piedi.
La giovane a sinistra sta leggendo un libro che la sua vicina regge con la mano destra. Un serpente intorno al tronco di un albero pare insidiarle. Gli sguardi delle tre giovani spaziano in direzioni diverse. Il paesaggio allude ad una stagione primaverile, come si evince dal sole, dagli alberi frondosi e verdi e dai fiori.
La rappresentazione allude al piacere delle arti: particolarmente della musica cui si riferiscono lo spartito, gli strumenti musicali e il cigno (schwan in tedesco. Per la sua radice etimologica deriva dalla stessa radice da cui è derivato il verbo latino cano, in italiano cantare).
Per il suo colore e la collocazione, vicino ai bambini, il cigno assomma anche il significato di purezza, confermata dalla simbologia della perla, così insistita, che vela la scena di un’aura di castità, innocenza e purezza. Così il serpente assume il valore di possibilità di seduzione al peccato che le grazie per il momento, non colgono.
Anche nella tavola a fianco ci sono tre donne, sono messe una dietro all'altra incatenate dalle loro braccia e suggeriscono una sequenza temporale o gerarchica. Le tre donne hanno un’espressione triste. Si tratta di un severo memento mori: la giovane in primo piano ha le sembianze di una delle tre “grazie” della prima tavola, ma guarda triste verso di noi mentre una lacrima esce dai suoi occhi. Il suo corpo seminudo non è più adorno. La vecchia che è dietro di lei, la cinge come in un abbraccio e con l'altra mano prende un lembo del drappo che non serve più da ornamento ma da pudica copertura. Pare svanita ogni traccia di quella spensierata ricchezza di vita e di eleganza che rendevano le vesti delle grazie leggere. Anche l’aria sembra meno trasparente e il drappo appare un cencio. Non c'è violenza ma fuori dal giardino delle Grazie, il gesto della vecchia appare severo, come ineluttabile, come a voler cancellare nella fanciulla ogni residuo di gioia, ogni spensieratezza. Qui appare più insidioso e coerente il memento mori, come a mettere in guardia dai pericoli dei piaceri in nome di quella salvezza che è ricordata dall'apparizione della croce di Cristo in cielo. Lo sguardo che la vecchia impone sulla giovane è un monito che non lascia dubbi: è un invito a guardare quell’inquietante compagna di viaggio che con la clessidra indica che il tempo inesorabile passa e lascia il segno.
La Morte, tenuta a braccetto come si fa con gli alleati e i complici, è concentrata solo sul tempo che misura con una clessidra e con un quadrante solare. Nella mano sinistra tiene una lancia spezzata, la cui punta metallica è sotto la mano di un bimbo che, steso per terra e abbandonato, è in una posa del tutto innaturale, forse morto. Il gufo, animale notturno e presagio di morte, lo farebbe pensare.
Anche il paesaggio spoglio contrasta chiaramente con la tavola ”gemella”: lì era rigoglioso, qui apparentemente è un paesaggio arido. Non è l’aridità della stagione invernale che assicura riposo alla terra, l’arsura pare causata dalla guerra.
Lo sparuto gruppo di cavalieri che si scorgono lontano ha portato la guerra e con essa carestia ed epidemie  da cui deriverebbe la morte del piccolo. Egli non sarebbe morto per “lo scadere del tempo” ma per mano di quella morte prematura che rapisce senza ragione. (Dante direbbe com’altrui piacque)

La vecchia e la Morte sono stati pensati da Grien in un modo curioso perché, se si osserva bene, risulta chiaro che il ragionamento che il pittore ha fatto è quello della sottrazione: dalle Grazie alla morte, Grien ha sottratto i panneggi, i gioielli, il sorriso, il candore. Ed è come se lo sguardo dell’osservatore assistesse al cadere, a poco a poco ma inesorabilmente, tutti gli attributi che hanno fatto del luogo ameno delle Grazie uno sterile scenario di morte. Così quello che rimane, rispecchiato anche dal turbamento nello sguardo, è la raffigurazione della Morte, terribile nella sua scheletricità e animalità caprina. Essa ha sottratto alla donna la capacità relazionale che le Grazie mostravano cercando sguardi altri e protendendosi verso altre storie, come si deduce dalla presenza del libro; ha sottratto, con il bambino dormiente, l’idea della procreazione e della trasmissione di memorie; ha sottratto la capacità di esercitare la nobile arte della musica, la più alta espressione dell'uomo in quanto diletta educando i sensi e l’intelletto.