domenica 19 giugno 2011

il cuore dell'esposizione


Sei trasalita appena un po'. Sporgerti per specchiarti e trovarti nello specchio con Medusa non è stato spaventoso, ma non te lo aspettavi. Adesso stai lì e pensi che Perseo doveva aver avuto molta più paura.
Anche Teseo, aggirandosi per il labirinto, avrà avuto il cuore in gola: ogni passo poteva essere l'ultimo, ogni angolo poteva nascondere il minotauro...
Il tuo volto non è un risvolto di Medusa! Ma tutti e due sono riflessi nello specchio; sono, in fondo, immagini come un dipinto. Ma Medusa non aveva dimestichezza col dipinto. Invece sarà stata circondata da statue, tutte le statue di coloro che avevano avuto l'ardire di sfidarla, lei che era invincibile e orribile.
Ora Medusa ti fissa da lassù con lo sguardo di chi non è ancora convinta che quello sarà l'ultimo volto che vedrà: occhi spalancati e la bocca aperta, ancora la saliva tra i denti e le serpi che non sono ancora domate. Ma è l'ultimo anelito di vita perché il capo è separato dal corpo e il sangue ha appena iniziato a sprizzare violentemente dal moncone del collo. Tra un attimo potrai girarti e guardarla negli occhi, ma non sarà più uno sguardo il suo, ma solo bulbi oculari, spenti e innocui.
L'orrida Medusa scultrice! Solo lo specchio è riuscito a domarla e a trasformarla in immagine bidimensionale, domata dall'artificio. L'artificio in questa rappresentazione è doppiamente ironico e illusorio, perché Caravaggio ha raffigurato la Gorgone su uno scudo rotondo da parata, forse come quello che usò Perseo sul quale l'immagine riflessa è rimasta per sempre, stabile, imprigionata.
Per realizzarla il pittore ha ritratto un modello, probabilmente lui stesso, che si rifletteva in uno specchio convesso. La luce illumina decisamente la sua parte sinistra e lascia in ombra tutta la parte destra del volto, raffigurato visto dal basso. Infatti gli occhi di Medusa ti guardano dall'alto in basso.
Lo scudo è stato fatto su commissione del cardinal del Monte per essere donato a Ferdinando dei Medici che l'avrebbe messo nella sua armeria. La “rotella”, o scudo da parata, con Medusa ha funzione apotropaica.

mercoledì 8 giugno 2011

eppure lo sapevo, ma come sempre, ci sono cascata!


Cocciante canta "era già tutto previsto..."
ma , niente! io ci casco sempre!
Prof.
:
"è finita come è iniziata e come è continuata: con una che parlava e altri che ascoltavano. è difficile decodificare il silenzio. è difficile accettarlo.
Soprattutto quando si pensa, si cerca, con passione, di proporre qualcosa di diverso. Avere la stessa risposta è dura perchè può, forse, sembrare di aver fatto fiasco. :)"
Una delle risposte:
prof, che dire...sono le 6 e mezza di mattina e io forse non sono ancora in grado di scrivere cose sensate.Però ho un opinione,come tutti,e quando penso qualcosa lo dico.Ma credo che lei fosse abituata a deggli studenti molto diversi da noi. Non peggiori, nè migliori, ma diversi. 4 anni passati in una scuola del genere forse ti cambiano anche intimamente ma io penso che sia più una questione formale. Noi abbiamo imparato a prendere appunti e annuire perchè un tentativo diverso veniva sempre lanciato nel vuoto.E l'unica prof che fa lezioni interattive (B.C.) le trasforma puntualmente in farse in cui ci sentiamo tutti parecchio presi per il c...Insomma il suo è semplicemente un linguaggio a cui non siamo abituati.A me il suo metodo piace assai,ci sono state lezioni che ho ancora bene in mente e a cui sono felice di aver partecipato,altre in cui credo che il suo odio per il Muratori abbia inquinato quello che poteva essere un buon rapporto.A volte mi sono trovata a pensare:"Ma cosa c'entriamo noi col Muratori?Noi siamo solo di passaggio,non siamo dei mattoni della scuola...ci stiamo solo 5 anni qua (pochi in confronto ai prof che ce ne passano anche 20 o 30).E allora perchè l'astio per il Muratori deve trasferirsi su di noi,che del Muratori "cattivo" abbiamo solo preso delle abitudini puramente FORMALI e che ci scrolleremo di dosso appena usciti?" Il pregiudizio verso il Muratori può anche essere giustificato,ma noi siamo persone autonome,che prima e dopo hanno fatto e faranno altro.Noi abbiamo un cervello,e lo usiamo.
Prof replica:
Mi ha fatto male leggere queste parole. ma non è niente rispetto al male dei silenzi. Mi spiace essere stata tanto fraintesa. Io non insegno, o forse non è solo questo che faccio, ma piuttosto mi relaziono e questo è un errore gravissimo.
Gravissimo! che ha conseguenza enormi: alla fine dell'anno sono svuotata non ho più nulla se non la tremenda sensazione di vuoto. Ciò comporta come conseguenza la depressione di questi giorni; la consapevolezza di quell'"applauso" finale che non c'è stato ne a scena aperta nè a scena chiusa (applauso è una metafora della risposta, non è essere approvata, che c'è da approvare? ma innescare reazioni), l'ansia di aver fallito una possibilità importante che era quella di qui parlavo l'ultima lezione.
La recitazone e la farsa sono due concetti assolutamente diversi (e quella parola "farsa" detta da te è una gran pugnalata). Io non odio i miei studenti del Muratori. Quest'anno ho fatto più di quanto mi era stato richiesto, per loro e per gli altri, non l'avrei fatto se li odiassi.
Non sono una persona disonesta, è da disonesti odiare l'essenza del proprio lavoro, io amo i miei studenti che quest'anno erano 180 circa e forse qualcuno non mi suggeriva proprio una gran simpatia ma questo non c'entra proprio nulla, ho lavorato anche con lui. ùNon sopporto la maleducazione questo sì e lo dico continuamente, ma non è odio!
Invece ho una idea di scuola opposta a quella che si fa lì, io non ne faccio mistero. Non ho mai pensato che voi foste il Muratori, so bene che siete studenti.
Il mio essere sopra le righe è uno stile non un "tema" e mi pare di restare sempre nello stesso copione provocatorio.
Non prendo per il c... i miei studenti, mai, e questa esternazione spero che sia dovuta all'orario in cui hai scritto.
La responsabilità di essere critici e di dire le cose che si pensano, anche quelle scomode, e di scriverle, io me la sono presa, diverse volte, ho pestato molti piedini delicati quest'anno e sono una precaria (vale a dire potevo anche fregarmene). Allora, questa responabilità prenditela anche tu e fai la persona grande autonoma, e al di sopra del pregiudizio, come scrivi di essere.
Sai cosa succede? quando si sta male, si va dal medico e si prende una medicina, poi si può dire tranquillamente che si sarebbe stati meglio senza quel farmaco, ma , di fatto, non si può sapere. E' difficile avere la lucidità di esprimere i pareri, anche quelli che tu hai scritto, restando dentro alla realtà in cui sei.
Di fatto, ad un certo punto, hai cambiato parere, di sicuro hai cambiato atteggiamento, sull'insegnamento dell'arte. Qualcosa ti ha dato fastidio, ma non l'hai detto, sei rimasta sullo sfondo del silenzio.
Decisione tua, rispettabile. Ma questo non è: "4 anni passati in una scuola del genere forse ti cambiano anche intimamente ma io penso che sia più una questione formale. Noi abbiamo imparato a prendere appunti e annuire perchè un tentativo diverso veniva sempre lanciato nel vuoto". Questo è invece fare una scelta. Perchè questa spigazione funzionava a novembre, dopo è ridicola. Si chiama "a noi va bene così, le responsabilità le deleghiamo, è più comodo."
Ecco questo fatto è piuttosto evidente e non c'è nulla di male, a 20 anni si fa. Però non vale prendere solo quello che piace e dire: " l'altro aspetto" non mi va, non lo prendo, perchè "non ci siamo abituati", suona male anche su un copione da farsa.
Essere in una struttura e restarci, anche vestiti da carnevale, significa che la struttura va bene.
Punto e basta.
Continuare le "tradizioni" significa accettare.
quindi che c'è ancora da dire? Ci ho provato, con sincero trasporto , ho fatto quello che potevo, fino al disagio mentale.
Vi ho dato tutto quello che... non "sapevo", o "conoscevo", o "potevo", no quello che "ero". Con la convinzione che quando si "è", ci sono quintali di difetti.
Ma non mi importa nascondere, ecco, quelle cose che sentivi erano tutto quello che c'"era".
E' andata, "è finita" diceva questa mattina la preside "adesso andrà meglio"...
come siamo diversi al mondo...