lunedì 27 settembre 2010

tattile


Non c'è dubbio che quando questo periodo di grazia, tra esattamente 2 anni, finirà avrò diversi problemi da risolvere. In qualche modo dovrò occuparmi di portare a casa qualche centinaia di euro al mese, non so se riuscirò in questo, ma anche se riuscirò c'è una cosa che mi mancherà moltissimo...
No, non saranno banalmente i "ragazzi", qualche "banale Giulia", come mi faceva notare oggi Giulia, appunto. No sarà una cosa più specifica: da nessuna altra parte come a scuola troverò più la fantasia del sovvertimento.
Quest'anno ero, più di ogni altro, ben pronta a quello che sarebbe successo, ero certa della fatica, della noia, della frustrazione, della cooperazione...
E invece tutto è diverso... mi aspettavo di dover insegnare arte invece mi trovo a dire "Morbido è una parola tattile, sta meglio rubensiano"
Ecco dopo questa frase è stato chiaro che ancora una volta non ho capito niente!

lunedì 20 settembre 2010

a domanda risponde


Domanda: Dove e quando (anno e decennio ) è nato il "Gotico"?
Risposta: E' nato in epoca Rinascimentale è stato diffuso dai goti in Italia (V sec circa)

PENSO CHE QUESTO CAPOLAVORO ( RIPORTATO LETTERALMENTE) DEBBA RESTARE A FUTURA MEMORIA!
Quando c'è bisogno di un piccolo aiuto, quando sei di fronte alla difficoltà di tutti i giorni lì c'è ... Proffarte!

P.S: la risposta giusta era Il Gotico ebbe origine in Francia, più precisamente nei dintorni di Parigi, presso il complesso monastico di Saint Denis quando, nel quarto decennio del XII secolo, l'abate Suger ristrutturò la chiesa di origine carolingia con l'intenzione di costruire un edifico che potesse dare al fedele l'idea della Gerusalemme celeste come era descritta dall'Apocalisse.
(Eduard Munch, L'urlo, 1823, Oslo,Nasjonalgalleriet)

domenica 19 settembre 2010

inizio iniziale: per una guarigione dal virus del pregiudizio!

L'incontro con i futuri studenti è sempre delicato e difficile.
Direi, dall'esperienza, che tanto più questi sono digiuni dell'insegnamento della storia dell'arte tanto più , non solo è tranquillo e semplice l'impatto, salgono le probabilità di un rapporto profiquo e anche, ma non è scontato o obbligatorio, interessante e piacevole.
Venerdì ho conosciuto una nuova classe, io ero molto tranquilla, loro, direi non tanto.
Penso che ricorderò a lungo alcune loro risposte del test d'ingresso che ho voluto "somministrare" (il didattichese è spesso sadico "somministrare come una purga").
Non ho ancora capito se ho fatto bene a presentare il test. a me interessava vedere il punto di partenza, quanto, del lavoro fatto era rimasto, quale tipo di linguaggio avrei dovuto utilizzare.
Beh, non sto dicendo che è meglio il non sapere, solo che la responsabilità della conoscenza è cosa dura, dura da accettare.
Mi verrebbe da dire: bene adesso che ho corretto, che ho misurato la presenza dei prerequisiti, e che ho rilevato la pressochè inesistenza dei prerequisiti per affrontare l'arte medievale, adesso che è tutto nero su bianco, che faccio?
Che faccio quando mi si dice che opera d'arte classica significa letteralmente "di classe", di pregio?
Quando si è convinti che il Pantheon celebri 5 dei?
Quando il termine Colosseo sia legato al nome del costruttore? ( che sia il Colossi di Rodi?)
Come me la cavo ad andare oltre se metà della classe non sa cos'è l'acropoli? o pensa sia il quartiere residenziale dei ricchi, o degli aristocratici?
O se diversi confondono l'"ellenistico" con l'"ellenico"? arrivando a pensare che l'ellenismo è antecedente al periodo classico?
Ecco questo è il pregiudizio: pensare che queste cose al classico non ci possono essere. e perchè? questi studenti non sono sempre gli stessi ragazzi che potevano iscriversi agli istituti tecnici o professionali?
Non sono sempre quelli che ballano nelle stesse discoteche con Sara che mi ha parlato della famosa "Adozione dei Magi"?
Quindi perchè mi scandalizzo? Dove sta il problema?
Sta forse nel fatto che stanno dichiarando la necessità di imparare? e allora?
Farò quello che ho sempre fatto: ringrazierò tutti per le risposte, ci faremo due risate insieme (benedicendo il sacro nume del buonumore che anche quest'anno pare non ci voglia abbandonare!) e spiegherò le cose dimenticate e fraintese.
Queste verranno prontamente apprese, quindi voleremo, con un minimo ritardo verso la scoperta dell'arte medievale!
(Gentile da Fabriano "Adorazione dei Magi" 1423, Firenze, Uffizi)

martedì 14 settembre 2010

Relazioni professionali


La relazione è una parte fondamentale della professione insegnante.
AAHAAHHAHHAHAH che follia.
Relazione e professione: sono due robe che non ci stanno troppo insieme.
La parola professione squalifica (squalifica con la q) la parola relazione.
La relazione presuppone un IO disinteressato e sincero, la professione un IO distaccato e asettico.
Ok non sono professionale!
Non ho altro da dire!
(G.B. Moroni, Il sarto, 1570-75, Londra, National Gallery)

lunedì 13 settembre 2010

l'inganno e il tradimento

Insegnare arte a scuola, forse l'ho già scritto perché è proprio un mio "pallino", è un tradimento all'arte, significa dunque ingannare lo studente.
Sì! mettiamocelo in testa subito, non si può fare arte a scuola.
In effetti non si chiama "Arte" ma "Storia dell'arte" che sarebbe come dire "Contestualizzazione dell'opera d'arte".
Mi piace molto il verbo "contestualizzare" cioè inserire in un contesto che è come dire rimettiamo al suo posto una cosa che è uscita fuori dal suo contesto originario, ora la troviamo in disordine, allora dobbiamo ricostruire tutto quell'"intorno" che, facendo parte di un'epoca passata e -a volte di un luogo scomparso- adesso non esiste più.
Ma questo non è arte, è premessa indispensabile -il famoso sine qua non- alla comprensione dell'arte.
Poco c'entra nell'arte il "bello" o il "non mi piace" più o meno queste categorie si usano in storia dell'arte come in matematica.
Sarebbe come chiedere a un nutrizionista notizie riguardo un alimento e questo risponde "buono! o almeno, a me piace!" Beh non sarebbe una informazione interessante!
Il preconcetto che, tra le arti, si ripercuote soprattutto sulle arti visive è dovuta al'immediatezza della fruizione: per ascoltare una musica ci vuole tempo, per vedere un balletto anche o per leggere un libro... ma per un quadro, apparentemente, basta un attimo.
Lo guardi e l'hai conosciuto, addirittura ne vedi una riproduzione e quindi lo conosci...
No questo è l'errore.
Occorre capirlo e contestualizzarlo a volte bisogna decodificarlo, per fare ciò bisogna restituirlo alla complessità culturale che lo ha generato ed eventualmente modificato nel corso del tempo.
Comunque, l'insegnamento della storia dell'arte non si basa nemmeno sull'esperienza veloce, e dicevamo insufficiente, della visione perché non si basa sull'opera originale ma s'accontenta della riproduzione.
Quel che è piccolo viene ingrandito, quello che è grande ridotto; poi tutto diventa schermo o pagina...
Quindi che senso ha studiare arte a scuola?
Lo stesso senso che imparare una lingua straniera: a scuola si impara a decodificare un documento in attesa di vederlo dal vero
Anche il tedesco lo s'impara in attesa di usarlo quando si sarà in un paese di lingua tedesca.
Quindi come possiamo imparare arte se non facciamo riferimento all'originale?
E' facoltativo frequentare luoghi d'arte?
No è parte integrante del percorso didattico, indispensabile, come la madrelingua d'inglese, o il viaggio studio in Francia.
E' un naturale completamento!
(Boulanger e aiuti, Salone del Palazzo ducale di Sassuolo, Mo)

domenica 12 settembre 2010

stravaganze o accettazioni?

Esuberante! o forse stravagante, non ho capito bene... Questo suono è stato appena percepito nell'aula magna della nuova scuola.
Ma non mi interessa come mi definiscono le persone che non amo.
Ad un certo punto della mia vita ho pensato che era troppo importante la serenità per ascoltare i commenti degli altri e che sarebbe stata una inutile frustrazione inseguire il consenso di tutti.
Così, molto lentamente, ho cominciato a perseguire l'intento dell'ironia, dell'auto ironia.
Il non prendersi troppo sul serio, perchè non siamo così importanti, è la mia legge.
Del resto, se il mio mito è Audrey Hepburn, è perfettamente inutile che mi vesta come lei!
Io sono io e lei è lei: mitica e inarrivabile.
Inutile negarlo: ho quei 2 o 3 (decine) di chiletti in più, e anche se io lo negassi , insomma sarebbe inutile, il resto del mondo lo saprebbe bene.
Posso nascondere questa abbondanza con abiti consoni? e a che servirebbe?
Posso nascondermi in abiti scuri... ma perchè?
L'essere oversize è una vergogna? un delitto? un peccato? Ma per favore, non esageriamo...
L'accettarsi è un dovere e il migliorarsi non c'entra con la taglia 44!
Questo discorso vale ancora di più avendo a che fare con i ragazzi e gli addolescenti.
Quindi spazio all'allegria: ai colpi di luce blu, alle unghie colorate... soprattutto largo spazio alla trasformazione dei difetti in pregi.
Studiando arte, soprattutto costume, questa è una lezione costante che gli artisti ci danno: i grandi del passato spesso hanno lavorato proprio sui loro difetti, gli incidenti che la vita aveva loro riservato, sono stati spesso la spinta verso il capolavoro, hanno sublimato quelli che erano limiti!
Ecco, non è facile, ma tranquilli non sta a noi giudicare la nostra vita!
(dante farricella, profffarte)

sabato 11 settembre 2010

Primo giorno di scuola

Cosa farò il primo giorno di scuola???
Mah ... solo l'idea mi fa girare la testa.
Al Barozzi non ci sono molti problemi: nelle vecchie classi continueremo come se ci fossimo lasciati 2 giorni prima, come fosse lunedì.
I ragazzi delle nuove classi, le 2 classi terze, mi hanno già visto girottare per la scuola o in occasione di una supplenza, quindi farò l'appello e inizierò con la regola d'oro!
"Forse, durante l'anno, qualcuno si potrebbe chiedere: interroga la prof di arte? Non fatevi dei problemi, ma rispondetevi con la regola d'oro. La prof di arte interroga sempre, tutti, su tutto! così non ci sono dubbi!"
Quindi farò ripetere qualche volta il famoso ritornello: "Sempre, tutti, su tutto. Sempre, tutti, su tutto..."
Potrei fare anche l'appello dell'"esperto d'arte"... mmmm ci penserò... perchè "presente" ripetuto 20 o 30 volte m'annoia. Invece "autore ed opera", beh è una risposta sicuramente migliore.
Poi si comincia punto e basta.
Al Muratori entrerò, dirò come mi chiamo e, nel frattempo, distribuirò il test d'ingresso! subito... e che Dio me la mandi buona!
La prima lezione verrà fatta commentando il test d'ingresso!
Il consiglio che mi è stato amorevolmente affidato è di non infierire, la regola d'oro qui non potrà essere usata???? ma penso che la userò in quinta e in prima...
Primo giorno di scuola, primo giorno di lezione, in cui si chiariscono le posizioni e le premesse, in cui si traccia la griglia, e soprattutto si introduce un lessico comune.
Primo giorno di scuola, primo giorno di lezione, che è una recita come lo è la vita.

pre-giudizi


Sono brutti i pregiudizi.
Lo so e, già di per sè, non sono segno di grande intelligenza ed elasticità mentale... no, sicuramente!
Ammettere di avere dei pregiudizi è un'ammissione di colpevolezza!
Va bene, l'ammetto: sono qui a pestare i piedi perchè so già, prima di iniziare, che la 3 B liceo Muratori sarà dura... molto dura.
Pregiudizio? sì: l'ho già detto! Ma anche esperienza,
ma anche conoscenza del "know how" del Muratori,
ma anche autocritica nei confronti dei proprio modi e di alcuni "piccoli, trascurabili, irrisori" limiti della sottoscritta
Non ho mai fatto mistero del fatto che il classico non sia la mia scuola preferita, propro perchè io il classico l'ho vissuto.
Poi questo del Muratori...insomma non è esattamente il mio ideale di scuola superiore e poi... beh e poi c'è stata una dolorosa scoperta recente: credevo che al Liceo Muratori si potessero scegliere diverse opzioni dal PNI, al linguistico, al tradizionale classico al potenziamento dell'arte.
Invece no
Una volta scartata la scelta delle lingue, si pongono due strade: o il potenziamento matematico -PNI- o quello artistico. Ancora una volta "fare arte" significa scartare la matematica: come all'ERICA o al professionale turistico, tanto che un ramo si chiama PNI e l'altro, quello con 2 ore di arte dalla 4 ginnasio si chiama "classico". Mai una scuola in cui si scelga di studiare storia dell'arte.
Comunque, tutto questo ora finirà perchè le prime non faranno più nè l'uno nè l'altro!
Al Liceo Muratori, dove sono stata accolta, come "scarto" avrò tre classi del corso B.
La 5 gnnasio, a I liceo e la III liceo.
La III mi da molto da fare! "ma se non li hai ancora conosciuti?"
E' per questo che parlo di pre-giudizi!
Ci guarderemo in tralice, li guarderò lungamente, uno, ad uno... e già so, che non capirò nulla!
Alcuni di loro avranno giurato di odiarmi perchè amavano il loro prof. di arte precedente: Pirondini, mito di vecchia data del Liceo, appena andato in pensione.
Ecco questi avranno la mia stima, perchè la fedeltà è un sentimento nobile!
Altri, aggiungeranno al mio, i loro pregiudizi sul come si insegna storia dell'arte -si sa che gli studenti sono i maggiori esperti di didattica- e affileranno le armi per una battaglia che spero finisca presto a "tarallucci e vino".
Vorrei dire loro che capisco che sia difficile cambiare didattica dopo 4 anni; vorrei anche avvisarli del fatto che sono consapevole che non è esattamente sempre piacevole assistere alle mie performance, che possono tranquillamente pensare quello che credono sul mio modo di "recitare l'arte".
Mi piacerebbe cambiare nome alla materia cosicchè gli studenti possano seguire le mie lezioni, e forse, tra un po', anche appassionarsi (magari) senza temere di tradire colui che hanno amato.
Se poi avranno la compiacenza di seguirmi, se riusciranno a lasciare un piccolo varco tra la convinzione della conoscenza acquisita, forse potrei introdurre qualche dubbio, qualche punto interrogativo, qualche piccola fenditura... e lì potrei , forse, buttare i semi della passione.
Forse, dico forse, perchè anche io sono pervasa totalmente dal pregiudizio e, da prima donna, non recito se non vedo il pubblico adorante...
chissà...
chissà...
come potremo chiamare questa disciplina? "decodifica del documento artistico" mi viene il mal di pancia....
"Ragionamenti sulla cultura artistica" oddio, troppo pretenzioso.
beh lo chiederò a loro!
purchè non mi propongano di fare collezione di francobolli!
;)
(Pietro Longhi: Il rinoceronte, particolare, 1751, Venezia, Ca' Rezzonico)